La sterilizzazione volontaria maschile

La sterilizzazione volontaria maschile (detta altresì Vasectomia) è un intervento che si pone l’obiettivo di interrompere il deflusso degli spermatozoi dal testicolo.

Questo produrrà un quadro di infertilità “voluta”.

Consiste in concreto nell’asportare un tratto intrascrotale dei deferenti.

Di fatto, non si assiste ad una “sterilità”.

In quanto i testicoli possono continuare a produrre spermatozoi.

Pertanto è possibile, mediante tecniche medico-chirurgiche, reperire ed utilizzare questi stessi.

Si esegue nella maggior parte dei casi in anestesia locale, e determina un minimo disagio (il giorno successivo alla procedura si può rientrare al lavoro).

I risultati dell’intervento si osservano a breve tempo, dopo che le vie deferenziali (“la strada degli spermatozoi”) si sono di fatto svuotate.

Viene sempre consigliato di eseguire almeno 2 spermiogrammi che verifichino l’assenza di spermatozoi. 

È infatti descritta (in meno dell’1% dei casi) una ricanalizzazione spontanea.

La reversibilità dell’intervento è relativa.

Se eseguito correttamente con la finalità di escludere al meglio il rischio di ricanalizzazione, le tecniche che possono far riprendere la funzione sono molto più difficoltose.

Inoltre va considerato che tanto più tempo passa dall’intervento di vasectomia, tanto più è difficile ricanalizzare i deferenti.

È un intervento che è gravato da problematiche etiche importanti: per anni vietato in Italia perché considerato una “menomazione”, ora è consentito.

L’ Associazione Europea di Urologia ha redatto delle Linee Guida che possono essere di aiuto.

Al fine di evitare abusi e che forniscono consigli sull’esecuzione.

Non va altresì dimenticato che su queste tematiche, molto importante è la conoscenza della legislazione nazionale e le direttive regionali.

Queste possono variare molto.

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